ADVENTURE ISLAND III

GENERE: Platform | PRODUTTORE: Hudson Soft | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1992
Se parliamo di videogiochi, la ricetta per cucinare un seguito infinitamente più gustoso del capitolo iniziale sulla carta non dovrebbe essere troppo difficile. Basta andare ad analizzare quanto fatto la prima volta, trovarne i difetti, correggerli ed aggiungere caratteristiche che da un lato espandano le meccaniche e dall'altro donino una ventata di novità senza snaturare l'originale. Eppure tante case di sviluppo nel corso degli anni si sono rivelate cuoche non all'altezza di un simile compito, rendendo le pietanze, di volta in volta, troppo salate o troppo insipide.

Anche Hudson Soft cadde nel tranello con Adventure Island II per Famicom. Il primo episodio della saga dedicata alle avventure del prode Master Higgins altro non era che una conversione leggermente modificata dell'originale Wonderboy, arrivato nelle sale nel 1986. Per il seguito, uscito addirittura quattro anni dopo, la casa nipponica ebbe però carta bianca e realizzò un gioco totalmente nuovo, pur mantenendo l'impianto del prototipo. Adventure Island II non era un cattivo prodotto. Tuttavia le nuove idee confluite nel suo sviluppo, per quanto interessanti, erano appena abbozzate ed il risultato finale lasciava solo intravedere le sue potenzialità. Potenzialità che dovettero attendere un terzo capitolo, quello qui in esame, per esplicarsi completamente.

La struttura di base è la solita: Master Higgins deve salvare la sua amata Leilani, rapita da misteriose creature aliene, affrontando una serie apparentemente infinita di livelli a scorrimento orizzontale, evitando trappole e baratri, combattendo nemici e recuperando appetitosa frutta che ha la duplice funzione di incrementare il punteggio e rimpinguare una barra energetica che altrimenti si esaurisce in maniera costante, fungendo anche da stringiculico limite di tempo. Quello che cambia è il modo in cui questa struttura così basica è stata sviluppata e fatta evolvere, portando a compimento gli esperimenti del sopra citato secondo capitolo. Master Higgins ha a sua disposizione due tipi di armi (l'ascia e il boomerang), il mitico skateboard già usato dal suo antenato, il ragazzo meraviglia SEGA e, soprattutto, un nutrito branco di dinosauri da cavalcare che oltre ad aumentare l'altezza e la gittata dei salti sono anche caratterizzati da particolari abilità utili a seconda del contesto in cui ci si trova. Il vero colpo di genio è però un altro: la cumulabilità dell'arsenale e delle bestiacce amiche. Se si completa una sezione senza perdere il potenziamento guadagnato al suo interno, questo andrà a riporsi in un comodo inventario (accessibile immediatamente prima di ciascun livello) pronto per essere riutilizzato quando se ne ha più bisogno. Una simile possibilità apre un orizzonte strategico del tutto nuovo per un semplice gioco di piattaforme in quanto oltre alla mera abilità motoria, in Adventure Island III è necessario riflettere su come gestire le proprie risorse in modo ottimale. La profondità e la varietà regalate da tale idea sono di conseguenza notevolmente superiori a quelle dei coevi titoli dello stesso genere e rendono l'opera Hudson Soft dannatamente appassionante da sviscerare.

Il tutto anche (e soprattutto) in virtù di una impostazione dei livelli assolutamente grandiosa. La loro durata è più breve rispetto alla media, consentendo al ritmo di rimanere costantemente elevatissimo. L'intelligenza e la varietà delle loro strutture lasciano a bocca aperta e garantiscono uno sfruttamento totale di tutte le abilità e degli strumenti a disposizione del protagonista. La perfezione di controlli e collisioni e la meravigliosa simbiosi tra game e level design regalano alle partite spettacolarità ed armonia paragonabili addirittura ai migliori momenti della saga di Super Mario. La difficoltà arcigna ma mai scorretta e le tonnellate di segreti nascosti diabolicamente bene spingono il detentore del pad a non abbandonare il gioco nemmeno dopo settimane di sfruttamento intenso. La grafica, minimale, lisergica ed ispiratissima, è uno spettacolo con pochi precedenti sul Famicom e, nel complesso, Adventure Island III è una delle esperienze più divertenti disponibili sull'8 bit della grande "N".

Nato come un semplice rimpiazzo grafico per non avere grane legali nel convertire Wonderboy sulle piattaforme NEC e Nintendo, con Adventure Island III il paffuto Master Higgins finalmente si emancipava dal suo stato di inutile rincalzo per dar vita ad una saga che, nel suo piccolo, da li in poi non sbaglierà un colpo e saprà regalare alcuni dei più riusciti esperimenti sull'incrocio mutante tra piattaforme ed avventura. Per chi ha avuto, ha e avrà la curiosità di scoprirli, ovviamente.
Andrea Corritore
Adventure Island III

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