BUG!

GENERE: Platform | PRODUTTORE: SEGA | SVILUPPATORE: Realtime Associates | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1995
Piccolo, vecchio Bug! Simpatico, grottesco, ripugnante scarrafone verdognolo, che, come ogni scarrafone, è bello a mamma SEGA! La quale, proprio in virtù di ciò, si prese l’onere di cantarne le gesta col fine (vano) di creare un nuovo Sonic nell’inspiegabile ed inspiegabilmente reiterato tentativo di sostituire l’originale. Come se il sonico porcospino blu potesse essere realmente rimpiazzabile. Come, di nuovo, se la fu grande “S” non fosse già scivolata su Astal e Clockwork Knight.

Piccolo, brillante Bug! Che in un momento storico delicatissimo, in transito dal passato in bitmap ad un futuro colmo di speranze calcolate in tempo reale, unisce entrambe le suddette impostazioni con lucida e visionaria efficacia, facendosi contemporaneamente il primo e l’ultimo gioco di piattaforme classico e tridimensionale mai realizzato. Un esperimento coraggioso che introduce l’elemento 3D senza demolire i confini del genere di appartenenza (come farà di lì ad un anno Super Mario 64) ma nemmeno seguendone pedissequamente le regole (come viceversa faranno Pandemonium, Klonoa o Crash Bandicoot). Perché, il fatto che in Bug! protagonista e nemici siano sprites pre-renderizzati che si muovono su strutture poligonali ricoperte di dettagliato texture mapping, non è questione di forma, ma di sostanza. I livelli non sono infatti percorsi lineari nei quali procedere indenni sino all’uscita, visto che assumono le fattezze di veri e propri labirinti in tre dimensioni dove lo schifido coleottero olivastro può, ed è qui la chiave di volta, spostarsi anche in profondità col fine di ispezionarne ogni più recondito anfratto, alla ricerca di tutti gli oggetti ivi nascosti. Sopravvivere esplorando (o esplorare sopravvivendo) sfruttando in pieno le possibilità aggiuntive concesse dall'asse Z è quindi il concetto centrale attorno a cui ruota il divertimento generato da Bug!, con le aree da ripulire che si fanno via via sempre più vaste, complesse, ricchissime di biforcazioni, percorsi alternativi, zone segrete, insidie mortali o trovate geniali, pronte a giocare con la prospettiva, lo spazio e la verticalità per offrire panorami mozzafiato, dinamiche interattive nuove e capovolgimenti visivi e motori inaspettati ma sempre riuscitissimi.

Piccolo, fragile Bug! Capace di spiaccicare i cattivi con il classico salto sul testone ma anche di usare, dopo averle rinvenute, letali scosse elettriche o vomitevoli ma preziose caccole di catarro, sempre che i nemici non lo eliminino prima, eventualità tutt’altro che remota considerati numero (soverchiante) e cattiveria (annichilente) di questi ultimi. E’ diabolicamente difficile Bug!, tra pericoli ambientali sempre in agguato, guardiani finali feroci e resistenti e qualche piccolo problema di precisione nella risposta ai comandi e di difficoltà di lettura di ciò che avviene su schermo, dovuta ad una visuale non sempre attenta nel seguire adeguatamente il tutt’altro che frenetico ritmo della progressione. E la durata a volte eccessiva dei diciotto livelli lungo i quali è articolato (si può salvare solo al termine di ciascuna delle sei ambientazioni che li ospitano) non aiuta, perché la frustrazione di ripetere una volta di troppo la stessa sezione potrebbe spingere i meno determinati all’abbandono. Ma chi persevera troverà pane per i suoi denti e gioia per i suoi polpastrelli, vista la cura, l’inventiva, e la passione di cui trabocca l’opera Realtime Associates.

Piccolo, dimenticato Bug! Le cui intuizioni verranno riprese solamente dal seguito diretto, uscito dodici mesi più tardi ma incapace tanto di proporre lo stesso fascino e il medesimo carisma del primo episodio quanto di farne evolvere le idee verso altezze finalmente e degnamente capolavoriche. Poco male, a dire il vero: in questo modo l’unicità e la rilevanza del bacarozzo SEGA vengono preservate e valorizzate, rendendolo degno di riscoperta e nuovi apprezzamenti anche a distanza di così tante primavere dall’uscita. Niente male per uno sgusciante, disgustoso, esilarante scarrafone digitale...
Andrea Corritore
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