RISTAR THE SHOOTING STAR

GENERE: Platform | PRODUTTORE: SEGA | SVILUPPATORE: Sonic Team | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1995
SEGA è sempre stata una strana creatura, capace di inaspettati successi quanto di rovinose ed ingiustificate cadute. Ogni volta che se ne ricorda la storia è impossibile stabilire dove finisce la passione e dove comincia la follia. Si prenda ad esempio Sonic: appositamente creato per sconfiggere il Mario dell'acerrima rivale Nintendo, ci si aspetterebbe il massimo dai titoli che lo vedono protagonista. Ed invece, per tutti gli anni Novanta, in SEGA la regola non scritta per i giochi di piattaforme prevedeva l'insipienza per quelli dedicati al porcospino blu e l'eccellenza per tutti gli altri. È andata così con la saga dedicata ai personaggi Disney (cinque, tra Master System e Mega Drive, uno meglio dell'altro), con lo splendido Pulseman dei futuri milionari Game Freak, con i due Vectorman, pinnacoli dell'ultima fase di vita del nero 16 bit della casa di Tokyo e, soprattutto, con Ristar. Che, per inciso, è anche il migliore del lotto.

Creato da Yuji Naka, Ristar nacque quasi per caso, evolvendosi da un'idea inizialmente abortita di personaggio da affiancare a Sonic stesso, ed uscì in sordina, saltando addirittura il remunerativo mercato natalizio del 1994, segno che neanche SEGA credeva troppo alle potenzialità della stellina antropomorfa che ne era protagonista. Una mancanza di supporto e promozione che ne causò il fallimento commerciale ed il conseguente oblio. Rigiocarlo oggi significa toccare con mano l'incompetenza che regnava tra gli addetti al settore vendite della casa nipponica. Perché Ristar non solo aveva tutte le potenzialità per vendere bene, ma era anche il miglior gioco di piattaforme arrivato sul Mega Drive fino a quel momento.

L'inizio è fulminante: una lunghissima introduzione animata mette subito in chiaro che quello che sta per cominciare è uno spettacolo di cui ci si ricorderà per molto tempo. Ed il primo livello conferma l'impressione, lasciando disorientato il giocatore che si aspetta l'ennesimo anonimo clone Mariesco. Il carismatico Ristar non può correre (limite che diminuisce notevolmente la velocità) e quando salta non raggiunge le altezze dei suoi colleghi. Ha però due manone grandi, forti ed allenate che sono, di fatto, il perno attorno al quale ruota tutta il ludogodimento. Con esse si attaccano i nemici, ci si aggrappa agli appigli, si rimbalza sulle pareti per raggiungere altezze altrimenti impossibili e, più in generale, si compiono una lunghissima serie di azioni che cambiano a seconda del contesto. Ed è qui che il grandissimo lavoro dietro all'impianto di gioco si palesa in tutta la sua magnificenza. Ogni livello è totalmente diverso dagli altri ed oppone ostacoli e situazioni dove le capacità di Ristar vanno impiegate in maniera creativa e sempre nuova. Nonostante la velocità ridotta, il ritmo è elevatissimo e la perfezione delle collisioni, in combinazione con una struttura dei livelli intelligentissima, dove esplorazione ed azione sono in perfetto equilibrio tra loro, rende le partite uno spettacolo senza fine. Man mano che si prende confidenza con il sistema di controllo si impara a giocare in maniera armoniosa, realizzando vere e proprie magie da funamboli del joypad. Eseguire manovre spettacolari, sfruttando al massimo le capacità acrobatiche del protagonista per attraversare i livelli e far fuori i cattivi, non solo regala senso di meraviglia e gratificazione, ma è anche ben remunerato, sia perché c'è un'apposita voce nel riepilogo finale che valuta l'operato del giocatore sia perché è l'unico modo per scovare tutti i segreti, nascosti spesso in maniera diabolica. Il risultato di tanto splendore è uno dei giochi più originali, divertenti, profondi e coinvolgenti disponibili sul 16 bit della fu grande "S".

Ristar è inoltre graziato da valori produttivi elevatissimi: ogni minimo particolare è curato in modo maniacale. Le meccaniche ludiche sono perfettamente bilanciate. Le colonna sonora, ispirata al Drum and Bass inglese, lascia senza fiato. L'apparato visivo è strabiliante. Oltre ad essere un piccolo capolavoro tecnico (livelli di parallasse a decine, animazioni composte da una camionata di fotogrammi, fluidità perfetta), l'opera di Yuji Naka è anche caratterizzata da una direzione artistica ispiratissima, che affianca una galleria di personaggi dotati di un carisma grandioso ad ambientazioni incredibilmente evocative, baciate da colori acidissimi ed arricchite da una ricchezza di dettagli commovente.

Alla luce di tutto ciò sarebbe interessante conoscere quello che frullava nella zucca di chi, in SEGA, tagliò le ali di Ristar affossando un titolo che, con un piccolo, ulteriore, sforzo promozionale, avrebbe potuto farsi onore senza difficoltà nelle classifiche di vendita. Di sicuro, la qualifica di "classico", il gioco del Sonic Team se la merita tutta, nonostante l'opposizione di dirigenti incapaci e porcospini blu sopravvalutati dai loro stessi creatori.
Andrea Corritore
Ristar The Shooting Star

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