ROCKET KNIGHT ADVENTURES

GENERE: Action | PRODUTTORE: Konami | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1993
Tra tutti i grandi visionari che negli anni Novanta misero la propria ispirazione al servizio del videogioco, Nobuya Nakazato è sicuramente tra i più sfortunati. Mentre appassionati e stampa specializzata non mancano di spendersi in sbrodolanti elogi e continue riscoperte delle opere non sempre così imprescindibili dei suoi colleghi coevi, nessuno sembra ricordarsi di un artista il quale, anche solo per aver ideato Contra (e relativi seguiti) fu fondamentale nel delineare il profilo del moderno gioco d'azione.

Ma, per quanto monumentale possa essere stata la suddetta serie, troppo riduttivo sarebbe considerarla come l'unica cosa degna di attenzione realizzata dal nostro uomo, autore geniale ed in grado di reinterpretare nei modi più originali un genere dai confini apparentemente strettissimi come quello dello sparatutto piattaformico. Capacità, questa, che nel 1993 fu abilmente sfruttata da una rampante Konami per esordire con il suo primo gioco in esclusiva su SEGA Mega Drive: Rocket Knight Adventures.

Ambientato in un peculiare mondo abitato da stravaganti animali umanizzati dove tecnologia e primitivismo vanno a braccetto, Rocket Knight Adventures vede Nakazato mettere momentaneamente da parte i toni cupi e apocalittici della saga di Bill Ryzer e sodali per portare su schermo atmosfere coloratissime e giocose, adatte a far da sfondo alle vicende di quella che sarebbe dovuta divenire, nei piani della grande compagnia nipponica, una nuova mascotte ufficiale. E che, per questo, doveva rivolgersi ad un bacino di utenti con un'età media inferiore rispetto a coloro i quali erano stati folgorati da un capolavoro come Contra Spirits sul Super Famicom. Differenze di approccio, queste, che in nessun modo hanno però limitato o castrato la visione dell'autore. Perchè Rocket Knight Adventures rimane un concentrato di perizia tecnica e concettuale con pochi eguali, baciato dalla dea della creatività e magnificato da un tasso di sfida paragonabile ai più difficili ed appaganti titoli da sala.

Il suo protagonista, l'opossum Sparkster, ha a disposizione un campionario di azioni effettuabili in apparenza ridotto. Oltre a correre e saltare di piattaforma in piattaforma può solamente aggrapparsi con la sua coda prensile a determinati appigli, attaccare i nemici a spadate ed utilizzare il suo zaino con propulsori a reazione per schizzare a velocità supersonica, lama in resta, nella direzione decisa dal giocatore che, per usufruire di tale abilità deve caricare un'apposita barra tenendo premuto il relativo pulsante. Le grandi qualità dell'opera Konami (nonchè il modo in cui il genio di Nakazato trova modo di esprimersi) sono però la strutturazione dei livelli e le caratteristiche dei nemici, soprattutto gli enormi e spettacolari boss, ideati e realizzati appositamente per costringere chi gioca a sfruttare in maniera creativa tutte le capacità motorie ed offensive di Sparkster, mettendogli di fronte una serie infinità di sfide, variazioni e trovate sempre nuove ed efficacissime. Ogni area presenta infatti decine e decine di situazioni e cattivi diversi, nei quali scorre potente la forza di una fantasia senza limiti: che si tratti delle sezioni nelle quali il gioco si trasforma in un vero e proprio sparatutto a scorrimento con tutti i crismi o quelle in cui ci si ritrova su un carrello ferroviario lanciato a mille all'ora senza freni, Rocket Knight Adventures sa regalare emozioni intensissime a getto continuo. Un caleidoscopio che aggira la naturale ripetitività del filone di appartenenza ed è in grado di togliere il fiato allo stupito fruitore, mettendogli in mano pochi strumenti (in modo da rendere l'avventura accessibile anche ai meno invasati) ma tenendone costantemente alta la guardia (e contratto lo sfintere) con una sintesi incendiaria di idee spettacolari e difficoltà brutale ma mai scorretta.

L'equilibrio e la perfezione formale con cui un amalgama cosi esplosivo è stato impastato sono i collanti grazie ai quali il gioco vince e convince, mentre la realizzazione grafica è un insieme di splendori e meraviglie a base di sprites di dimensioni più che generose, animazioni estremamente curate, livelli di parallase come se piovesse ed una serie di strabilianti effetti speciali in grado di far arrossire di imbarazzo anche il più potente Super Famicom.

Troppo spesso dimenticato quando si riepilogano i migliori titoli d'azione usciti su una macchina come il Mega Drive, che del genere è stata culla d'elezione, Rocket Knight Adventures si dimostra anche a distanza di tanti anni un piccolo capolavoro intriso di passione, inventiva e cura maniacale di ogni piccolo dettaglio. E, per questo, ben più meritevole di tanti suoi contemporanei di essere riscoperto. Anche solo per celebrare nel modo più appropriato il suo dimenticato autore.
Andrea Corritore
Rocket Knight Adventures

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