STREET FIGHTER III // 2nd IMPACT // 3rd STRIKE

GENERE: Beat'em Up | PRODUTTORE: Capcom | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1-2 | ANNO: 1997-1999
E' stato il gioco in assoluto più atteso degli anni Novanta. E quando finalmente arrivò, novello Godot, dopo un quinquennio di spasmodiche aspettative alimentate da illazioni, fantasie e speculazioni... Non successe niente. Street Fighter III: New Generation, il seguito diretto del titolo in grado, da solo, di riscrivere le regole del divertimento elettronico facendosi inarrivabile fenomeno oltre che ludico anche di costume, fu distribuito il quattro febbraio del 1997 nel silenzio generale di un'industria che, a forza di aspettare, si era stufata e aveva girato lo sguardo dall'altra parte.

Ed in effetti nemmeno il più inguaribile degli ottimisti (o il più fanatico degli invasati) poteva immaginare che il terzo capitolo della celebre saga targata Capcom, in quella fase storica, sarebbe stato in grado di replicare l'impatto apocalittico del suo immediato predecessore. Del resto come avrebbe potuto riuscirci, con sua maestà Virtua Fighter 3 già sul mercato da quasi sei mesi? Eppure Capcom andò avanti come un treno, incurante di mode che dilagano, gusti che cambiano e rivoluzioni che esplodo e facendo, molto semplicemente, ciò che aveva sempre fatto e che sapeva fare infinitamente meglio di chiunque altro: il picchiaduro ad incontri bidimensionale. E ci mise tutto l'amore, la passione e la visione necessarie per riconquistare, con la forza e la grazia di una Dea ma nell'indifferenza generale, il trono di regina delle arti marziali virtuali, appena portatole via da sfidanti in apparenza imbattibili. Anche se quasi nessuno se ne accorse, infatti, Street Fighter III: New Generation era quanto di più straordinario il suo genere avesse mai espresso sino a quel momento. La superiore potenza della scheda CPS-3 consentiva l'utilizzo di animazioni di fluidità spaventosa, inarrivabile per qualunque altra piattaforma a prescindere da quanti poligoni questa riuscisse a calcolare. Forma che generava sostanza, in quanto l'esagerata quantità di fotogrammi era indispensabile per la creazione del più evoluto, pulito, articolato ed armonioso sistema di combattimento mai visto. Lo spostamento dell'asse ludico verso gli scontri corpo a corpo portava con sé una quantità ed una varietà di mosse sorprendenti. La predisposizione degli attacchi alla reciproca concatenazione, la ricchezza e la precisione delle interazioni fra lottatori, la fisica degli impatti, la profondità delle meccaniche, l'eleganza aristocratica, la spettacolarità pirotecnica e l'intensità adrenalinica dell'azione lasciavano e lasciano tutt'ora senza fiato. Così come il nuovo strumento principale del godimento: le Parry. Muovendo il joystick in direzione dell'avversario quando questi stava per mandare a segno il proprio colpo, lo si poteva bloccare lasciando indifeso il povero tapino per quel breve ma spesso fatale istante necessario al contrattacco. Sembra poca cosa, oggi, ma all'epoca l'introduzione delle Parry aprì un nuovo universo colmo di fascino irresistibile, sfida incendiaria e remunerazione massima degli sforzi (non pochi) fatti per padroneggiare al meglio quanto la produzione della celebre casa di Osaka aveva da offrire. Perché, seppur fortunatamente privo dell'eccesso di sterili tecnicismi che piagava molti suoi contemporanei, New Generation era un gioco da studiare e praticare con dedizione ossessiva ed osservanza assoluta. Nonostante il divertimento non mancasse nemmeno per chi vi si approcciava con la superficialità del dilettante, dominare tutte le apparentemente infinite possibilità operative di ogni personaggio significava entrare, letteralmente, in simbiosi con ciascuno di essi. Ma la soddisfazione nel toccare con mano i propri progressi era tale da provocare un'assuefazione quasi oppiacea, trasformando l'opera della fu grande "C" in un'esplosiva miscela di purissima, incorrotta, giocabilità.

Un impianto ludico di fenomenale modernità, purtroppo non sostenuto da un'estetica altrettanto indimenticabile. Delle animazioni già si è detto ma, se di New Generation si dovesse citare un difetto e solo uno, questo non potrebbe che essere la poco scintillante ispirazione della direzione artistica. Nel lodevole tentativo di ripartire da capo (esattamente come il secondo capitolo fece nei confronti del primo), Capcom mandò in pensione tutta la squadra di guerrieri grazie ai quali Street Fighter II, nel 1991, si era imposto nell'immaginario collettivo, lasciando ai soli Ryu e Ken l'onere e l'onore di portare avanti la necessaria continuità. I nuovi arrivati però non avevano che una frazione del carisma dei loro predecessori. Se ludicamente funzionavano tutti alla grande (anzi: alla grandissima) e per diversificazione ed equilibrio non temevano rivali, le cose cambiavano quando si andava ad esaminarne la personalità: al di là di alcune eccezioni (la giovane ragazza ninja Ibuki; lo snodabile esperimento genetico Necro; Elena, la principessa africana esperta di Capoeira ed Oro, il misterioso asceta apolide senza un braccio) niente descriveva meglio il resto del gruppo come il ferocemente sarcastico "Don't call me Dan!" urlato a squarciagola dopo ogni vittoria da Sean, l'ennesimo, anonimo, discepolo/clone della nippoamericana coppia di celebri protagonisti.

Limite, questo, di cui Capcom per prima era consapevole, visto che si mise immediatamente al lavoro per aggirarlo o quantomeno per farne passare in secondo piano le asperità. New Generation può essere infatti considerato il punto di partenza, l'inizio di un viaggio che ha come destinazione finale il picchiaduro ad incontri bidimensionale perfetto e quindi, per definizione, non ulteriormente migliorabile. Un percorso la cui prima tappa veniva raggiunta appena otto mesi dopo l'avvio, nell'ottobre del 1997, con Street Fighter III 2nd Impact: Giant Attack. Quattro nuovi personaggi (fra cui il leggendario Akuma), attacchi speciali e normali aggiuntivi, tecniche inedite (le EX Specials e la possibilità di sfuggire alle prese) ed una serie di rifiniture non secondarie applicate tanto alla fase visiva quanto a quella strutturale. Un capolavoro già maturo ma, incredibilmente, non ancora definitivo. Traguardo tagliato solo nel maggio del 1999 sulle ali di Street Fighter III 3rd Strike: Fight for the Future, terzo ed ultimo stadio evolutivo che chiudeva con i crismi della leggenda il cerchio aperto dieci anni prima. Le solide basi gettate dai due predecessori venivano infatti sfruttate per edificare un colossale monumento al genere di appartenenza aggiungendo altri cinque, cazzutissimi, combattenti, ulteriori mosse e facoltà difensive e bilanciando il tutto in maniera miracolosa. Ma anche l'occhio, per fortuna, ottenne la sua parte: tutti i fondali furono rifatti da zero nel segno della suggestività più evocativa. E che colonna sonora, poi! Un concentrato di classe e stile fra Deep House e Drum & Bass (con l'occasionale numero Hip Hop) efficacissimo nel sedurre un'utenza ben più smaliziata rispetto al pur recente passato.

Non ha mai raggiunto, Street Fighter III, il successo del fratello più anziano, i cui fasti e la cui centralità nel mondo del videogioco erano oramai irripetibili in quanto frutto di tutt'altro periodo storico. Ma ha saputo conquistare gli appassionati più viscerali trasformandosi in vera e propria disciplina sportiva elettronica, con tanto di sotterraneo circuito competitivo pieno di tornei, eventi e campioni osannati a mo' di eroi, aperto da quasi vent'anni e per nulla disposto a chiudere i battenti. Un ribaltamento di prospettiva magistrale per una delle saghe più inossidabili e riconoscibili dell'intrattenimento interattivo, che riacquistava tutta la propria immortale grandezza proprio quando, smettendo di rivolgersi alle masse, iniziava a parlare soprattutto (solo?) agli specialisti. Quindi sì, non successe niente. Ma, mai come in questo caso, quel niente riuscì a fare così tanto rumore.
Andrea Corritore
Street Fighter III: New Generation

Street Fighter III: New Generation

Street Fighter III 2nd Impact: Giant Attack

Street Fighter III 2nd Impact: Giant Attack

Street Fighter III 3rd Strike: Fight for the Future

Street Fighter III 3rd Strike: Fight for the Future

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