AKUMAJO DRACULA X: GEKKA NO YASOKYOKU

GENERE: Action/RPG | PRODUTTORE: Konami | SVILUPPATORE: interno | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1997
Akumajo Dracula X: Gekka no Yasokyoku (noto in occidente come Castlevania: Symphony of the Night) innescò un corto circuito nell'industria, quando uscì, nella primavera del 1997. Ostinatamente bidimensionale mentre tutti avevano oramai abbracciato la filosofia del poligono ad ogni costo, dimostrò che non era necessario calcolare tutto in tempo reale e applicarvi sopra un po' di texture mapping per realizzare un gioco di richiamo universale.

Probabilmente derivante da un'idea mai portata a termine originata sul 32X, Gekka no Yasokyoku potè nascere sia per non buttare al vento il lavoro fatto sino a quel momento sulla sfortunata macchina SEGA, sia per assecondare la smodata passione per il videogioco classico di Koji Igarashi, nuova mente responsabile dello sviluppo della saga. Una fortunata coincidenza che permise ad uno dei più amati titoli per Playstation di vedere la luce dei negozi ed ammaliare con il suo immortale fascino un'intera generazione di videogiocatori. Gekka no Yasokyoku rappresenta un radicale cambiamento di rotta per una delle serie più riconoscibili della storia del divertimento interattivo. Abbandonato l'affascinante connubbio tra azione piattaformica ed elementi avventurosi tipico dei precedenti episodi, stavolta il giocatore (nei panni di quell'Alucard già aiutante di Trevor Belmont in Dracula 2 su Famicom) si trova di fronte una struttura aperta e priva di divisioni in livelli, un'unica, vasta e complessa mappa da dominare attraverso l'acquisizione di abilità e oggetti in grado di aprire passaggi altrimenti bloccati o di superare ostacoli inizialmente insormontabili, magari tornando spesso e volentieri sui propri passi. La creatura di Igarashi non inventa ma va sul sicuro, recuperando le meccaniche esplorative a ventaglio portate alla perfezione da Yoshio Sakamoto con Super Metroid e dandone una personalissima interpretazione stilistica, tramite un'irresistibile velo di gotico esoterismo. Esattamente come nel capolavoro assoluto marchiato grande "N", Gekka no Yasokyoku è maestro nel trasmettere quella indescrivibile sensazione di ritrovarsi in un posto troppo grande per poter essere violato ma che mano a mano diventa sempre più familiare sino a risucchiare per ore nei suoi meandri.

La funzione svolta in Super Metroid dai potenziamenti per la tuta di Samus Aran, è espletata nel gioco Konami dalle trasformazioni di Alucard e da un insieme variegato di reliquie ed oggetti incantati, diabolicamente nascosti negli anfratti più reconditi del castello che fa da sfondo agli avvenimenti. Una fortezza che, pur perdendo il confronto con l'inarrivabile progettazione del pianeta Zebeth, non teme nessun rivale tra i concorrenti contemporanei ed immediatamente successivi per vastità, complessità ed intelligenza della strutturazione. Anche l'utilizzo ragionato e creativo delle abilità del protagonista non raggiunge i maestosi livelli del titolo a 16 bit Nintendo (visto che sono scarsamente impiegabili al di la del punto esatto in cui vengono forzatamente usate la prima volta), ma, nel complesso, Gekka no Yasokyoku risulta una delle più intense e coinvolgenti esperienze videoludiche mai apparse sulla grigia macchina Sony. Combattimento, esplorazione, personalizzazione del personaggio ed atmosfera si combinano con armonia meravigliosa. Il volume di elementi ludici proposto è annichilente. La cura formale impressionante. Ed il giocatore rimane letteralmente stregato.

Ma l'opera Konami racchiude in se anche una seconda, ardente, anima. Quella presa in prestito dai giochi di ruolo. Alucard ha infatti un livello di esperienza che aumenta con il massacro dei mostri, è in grado di vestire un numero sconfinato di armature e accessori e può impiegare decine di armi diverse. La profondità di tale componente è tale da divenire vero e proprio gioco nel gioco, aumentando a dismisura il già notevole intrippo. Sono addirittura presenti un sistema di magie, eseguibili con picchiaduresche combinazioni di tasti, e degli aiutanti demoniaci (i Familiar) evocabili quando la difficoltà dell'avventura diviene così malvagia da richiederlo.

In definitva, Gekka no Yasokyoku, è una creazione imponente, plasmata con amorevole passione e dotata di grande personalità, capace di resistere orgogliosamente allo scorrere del tempo. Igarashi e i suoi sodali padroneggeranno meglio la struttura Metroidesca con il successivo Circle of the Moon, uscito nel 2001 sul Game Boy Advance, ma è da qui che inizia la rinascita di una saga che sembrava ormai aver detto tutto.
Imprescindibile.
Andrea Corritore
Akumajo Dracula

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