WONDER BOY

GENERE: Platform | PRODUTTORE: SEGA | SVILUPPATORE: Escape | GIOCATORI: 1 | ANNO: 1986
Che cos'è la giocabilità? Consultando attentamente il (peraltro inesistente) vocabolario videoludico-italiano italiano-videoludico, ci si potrebbe imbattere in qualcosa di simile:

Giocabilità: [sing., femm,] godimento, divertimento e coinvolgimento effettivo regalato al videogiocatore in cerca di paradisi artificiali. Sinonimo di Super Mario Bros. (1985, Nintendo), Bubble Bobble (1986, Taito), Parasol Stars (1991, Taito), DooM (1993, iD Software) e Wonder Boy (1986, Sega).

Soffermiamoci un attimo sull'ultimo sinonimo: Wonder Boy. Uscito in sala nel 1986, opera di una piccola ma agguerrita squadra di programmatori chiamata Escape (che di lì a poco cambierà nome in Westone) e pubblicato dalla SEGA, fu l'unico gioco a poter competere con Super Mario Bros. sotto il profilo del divertimento regalato al giocatore. La struttura era semplicissima, come del resto le regole dell'epoca imponevano: Wonder Boy era un gioco di piattaforme a scorrimento obbligato da sinistra verso destra, o, in alcuni casi, dal basso verso l'alto, in cui si controllava un buffo ragazzino delle caverne in viaggio per liberare la sua amata dalle grinfie del solito mostrone in preda alla colite spastica e per questo poco propenso al dialogo serio e costruttivo. Un tasto per saltare, uno per correre come indemoniati o attaccare una volta entrati in possesso della giusta arma, una VALANGA di appetitoso cibo da raccogliere per evitare che la barra dell'energia vitale si esaurisca (visto che funziona da limite di tempo indiretto), la possibilità di usare uno skateboard per saltare più lontano (per la serie: Tony Hawk è un poppante), qualche guardiano finale, un paio di segreti ben nascosti e nient'altro.

Paradossalmente queste quattro righe sono tutto ciò che c'è da dire riguardo Wonder Boy. Pochissimi elementi ma tutti indispensabili perché frutto di una visione d'insieme di abbagliante lucidità e di una cura realizzativa senza paragoni. Attraversare quel dannatissimo punto di quel maledettissimo livello 4-2, superare il record di punti stabilito dall'invasato di turno durante la trance videoludo-mistica del giorno prima, accedere al misterioso mondo segreto, riuscire a raccogliere tutte le lettere bestemmiando il meno possibile, sono situazioni che creano pericolosa dipendenza. Con Wonder Boy si potrebbe andare avanti all'infinito senza neanche accorgersene, un po' come con la cocaina. Peccato che prima o poi, in entrambi i casi, i soldi finiscano.

Wonder Boy è un monumento alla giocabilità. L'utente rimane letteralmente incollato al video per ore continuando a mettere monetine come un forsennato. Il mondo attorno a lui diventa sfocato, vivere la propria vita reale diviene operazione superflua, tutta l'attenzione è concentrata sul ragazzo-meraviglia-dalla-preistoria. La perfezione del sistema di controllo e delle collisioni, l'impostazione dei livelli a dir poco magistrale (degna di uno psicologo con prove per l'abilità psicomotoria sottomano), la coerenza strutturale, la grafica, che nella sua semplicità diventa un vero spettacolo per gli occhi grazie al suo stile tipicamente giapponese, il sonoro composto da due (DUE!) sole musiche ma così irresistibili da dover per forza trasmettere qualche messaggio subliminale gratificante: tutto in Wonder Boy trasuda inventiva, passione, amore puro ed infinito. E' un vero peccato che i successivi episodi abbiano progressivamente abbandonato l'impostazione furiosamente piattaformica di questo primo capitolo, introducendo vari elementi presi in prestito dai giochi d'avventura e di ruolo (mantenendo comunque un'elevatissima qualità media), perché l'abilità mostrata da Westone nel padroneggiare tale formula è ancora oggi a prova di confronto.

Purtroppo Wonder Boy, nonostante sia un capolavoro assoluto, non piacerà a tutti quelli che invece di giocare contano i poligoni su schermo e che antepongono l'ultimo effetto "pel di carota" applicato alle texture al divertimento effettivo che, in fin dei conti, è lo scopo ultimo dell'intrattenimento elettronico.
Fondamentale.
Andrea Corritore
Wonder Boy

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